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Le migliori (e le peggiori) domande per le gallerie di (un)fair

Ultimo appuntamento alla scoperta delle gallerie della seconda edizione (un)fair, la fiera-non-fiera in programma al Superstudio Maxi di Milano dal 3 al 5 marzo.

Abbiamo posto alle gallerie una serie di domande per dare voce agli addetti ai lavori e per fornire alcuni spunti di riflessione ai visitatori. Le gallerie di (un)fair ci hanno risposto parlandoci delle loro idee, del rapporto che hanno con i collezionisti e del mercato dell’arte in generale.

Il quesito che abbiamo posto loro oggi è: ci sono delle domande particolari che vi piacerebbe ricevere dai visitatori della fiera? E, da una prospettiva opposta, ce ne sono altre che siete stanchi di sentire?

Le risposte ci sembrano interessanti per chi cerca un modo di rompere il ghiaccio e trovare un modo per iniziare una conversazione con le gallerie, ma potrebbero essere una sorpresa proprio per chi invece pensa di non aver bisogno di spunti! Vediamo cosa ci hanno risposto, a cominciare da ETAJ artist-run space con sede a Bucharest, Romania che, proprio in quanto spazio gestito da artisti , ha un punto di vista differente rispetto alle gallerie  “Siamo senza dubbio più sensibili alle proposte di collaborazione, oppure curatoriali o per delle residenze. Più che presentare i nostri artisti e i loro lavori, ci piace lavorare come una comunità. E non c’è alcuna domanda che siamo ‘stanchi’ di ricevere. Discutere e ascoltare approcci diversi è un’attività che facciamo col entusiasmo.”

Tutte le gallerie sono felici di soddisfare le curiosità dei visitatori, raccontando la storia degli artisti o la poetica e il messaggio che stanno dietro a ciascuna opera. Come del resto sottolineano anche sia Looking For Art, spazio culturale multidisciplinare dedicato ad artisti under 35, sia EOTW Gallery, galleria d’arte di nuova generazione che mette al centro il mondo della tecnologia.

Che concordano anche nella speranza di non dover rispondere a due domande: le richieste di sconti sulle opere e le richieste di valutazione di portfolio da parte degli artisti (non che non siano aperti a nuove collaborazioni o visionare le opere di nuovi artisti, ma preferiscono farlo in ufficio, in galleria). 

Per le domande più folli, Formaquattro, spazio artistico con sede a Bari, ad ARTƎCONOMY, un progetto sviluppato dalla Five Gallery di Lugano, vi aspettano a braccia aperte.

E a proposito di domande un po’ particolari, ne abbiamo un paio interessanti da The Route Gallery, galleria nata ad Amsterdam nel 2017, e dalla CUT Art Gallery di Riga. The Route Gallery, che presenta opere fotografiche, dice basta alle domande su Photoshop (ma dovrete visitare il suo stand per coprirne il perchè!), mentre CUT Art Gallery risponde: ” basta domande su dove si trovi la Lettonia!”.

 

 

(un)fair
(un)expected art fair

3-5 Marzo 2023
Superstudio Maxi
Milano
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