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Le gallerie della seconda edizione di (un)fair si raccontano con (un)a parola

La seconda edizione di (un)fair sta prendendo sempre più forma. Dal 3 al 5 marzo, negli spazi del Superstudio Maxi a Milano, in zona Famagosta, la fiera-non-fiera d’arte contemporanea è pronta a tornare con tante novità e una selezione di gallerie nazionali e internazionali.

Proprio per conoscere e far conoscere al meglio le gallerie di (un)fair, abbiamo proposto loro una serie di domande. In questo modo hanno potuto raccontarci qualcosa in più sulle proprie caratteristiche, sui collezionisti con cui si interfacciano, sulle ultime tendenze del mondo dell’arte e sull’approccio con il pubblico.

In questo articolo e nei successivi, andremo a scoprire volta per volta cosa abbiamo chiesto e, soprattutto, quali sono state le loro risposte. A cominciare dalla prima domanda:

descrivete la vostra galleria o il progetto per la fiera con (un)a sola parola.

Qui le gallerie hanno usato molta originalità e ironia, trovando anche il modo giusto per fornire uno spunto interessante e darci una prima infarinatura delle proprie idee artistiche con una singola parola. Ad esempio Palma Arte, uno spazio davvero particolare con sede a Saliceto di Alseno (PC) e attivo da oltre 30 anni, si descrive come (un)foreseen, imprevisto: “Alcuni dei nostri artisti hanno perfezionato la tecnica che utilizzano grazie a un fortunato (e imprevisto!) incidente di percorso. Allo stesso modo mi piacerebbe che i visitatori della fiera e i nostri clienti fossero colpiti dalla nostra proposta e ne cogliessero l’aspetto più innovativo e, appunto, imprevisto.”

Sayato, galleria virtuale nata nel 2022 con l’obiettivo di promuovere gli artisti sia tramite il web, sia attraverso eventi dedicati, si definisce invece (un)common: “Perché la galleria è un mix di attività professionali legate al mondo dell’arte. Anche la selezione di opere e artisti avviene, per quanto possibile, attraverso criteri di unicità: artisti emergenti, piuttosto che affermati, e forte empatia personale.” Mentre Young Art Hunters, essendo uno spazio che cerca di stupire puntando su artisti emergenti, si descrive come (un)thinkable“Vogliamo che il nostro progetto sia una vera e propria sorpresa, desideriamo che l’idea che ognuno di noi ha venga stravolta una volta visto lo stand e gli artisti in esposizione.”

Tra le altre risposte segnaliamo anche (un)limited (Galleria 360), (un)revealed (Imura Art Gallery) e, dritto al punto, (un)mirtillo (Spazio Mirtillo).

 

(un)fair
(un)expected art fair

3-5 Marzo 2023
Superstudio Maxi
Milano
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