Ask (un)fair | Gallerie e fiere

Le gallerie, come scelgono a quali fiere partecipare? Perché alcune non si trovano mai in nessuna fiera?
La scena artistica cambia continuamente. La storica FIAC è diventata Paris+, l’Armory Show, che ha fatto la storia a partire dai primi del Novecento, oggi non ha la stessa rilevanza di quando è nata: tutto è in evoluzione e questi ultimi anni hanno di certo accelerato ancora di più le trasformazioni.
Cambiano anche le gallerie, si affacciano nuovi operatori sul mercato e anche forme diverse, evolute, rispetto al concetto tradizionale di galleria; cambiano anche i collezionisti, e non è un segreto che i vari studi di settore degli ultimi anni abbiano messo in luce l’ascesa di una nuova generazione di art buyers.
“Ma le gallerie, come scelgono a quali fiere partecipare? Perché alcune non si trovano mai in nessuna fiera?”
Da qualche settimana abbiamo inaugurato una nuova rubrica sul nostro canale Instagram, con una box domande in cui raccogliamo dubbi e curiosità sulla fiera, ma anche sul mondo dell’arte contemporanea più in generale; tra le domande ricevute abbiamo selezionato questa, abbastanza particolare, sulla partecipazione delle gallerie alle fiere. Non siamo sicuri che questo articolo possa essere considerato una vera e propria risposta, ma ci sembrava interessante proporre una riflessione sul tema.
Proprio qualche giorno fa abbiamo letto un interessante articolo Artsy Asks: What Galleries Need to Know about Fairs che conteneva una serie di utili spunti rivolti alle gallerie per orientarle nella scelta della fiera più in linea con la propria identità.
Le fiere, anche nel 2022, rimangono un momento fondamentale per le gallerie per presentare nuovi lavori degli artisti su una scena più ampia, per mettersi a confronto con gli altri operatori e, naturalmente, per incontrare nuovi collezionisti.
Oltre a qualche consiglio utile su come sfruttare al massimo la partecipazione ad una fiera – per lo più valorizzando la sfera digital, dall’utilizzo di QR code ai materiali promozionali – abbiamo trovato valesse la pena sottolineare la riflessione relativa al pubblico desiderato che, all’interno di questo articolo, Artsy propone alle gallerie, perché potrebbe aprire prospettive interessanti sia per le gallerie sia per chi vive la fiera da visitatore.
Da organizzatori di fiere, sappiamo quanto ancora troppo spesso si tenda a sottovalutare l’importanza di lavorare per coinvolgere segmenti di pubblico diversi – un punto di vista strategico che crediamo sia utile venga adottato anche dalle gallerie, soprattutto da quelle che ancora affrontano le fiere con un mindset da slot machine, contando sul passaggio fortuito/fortunato di un unico noto collezionista; la visione strategica sul pubblico che si desidera raggiungere è importante sia per scegliere a quali fiere partecipare, sia per capire come ottenere il massimo da quelle fiere.
E le gallerie che scelgono di non partecipare a nessuna fiera? Dobbiamo interpretare questa scelta come una mancanza di interesse a parlare con nuovi potenziali collezionisti?
E’ una possibilità, ma potrebbe essere una visione scontata e semplicistica di interpretare questa scelta. Le motivazioni potrebbero essere diverse, ma invece che rispondere direttamente a questa domanda, che rivolgeremo direttamente alle gallerie, è interessante sottolineare come ci sia un pubblico che queste gallerie le cerca, nelle fiere. Non trovandole, deciderà comunque di entrare in galleria?
Questo non lo sappiamo, ma il pubblico che preferisce avvicinarsi allo stand di una galleria durante una fiera, piuttosto che varcare la soglia della sede, c’è: il cambio di contesto, l’atmosfera da evento, la casualità dell’incontro, rendono un primo approccio più naturale e, spesso, più piacevole. Per la felicità del visitatore, ma anche della galleria.
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